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10 Febbraio 2023 - Video Riunione Pro Associazione Ecclesiale

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10 Febbraio 2023 - Video Riunione Pro Associazione Ecclesiale

Qui sopra potete vedere e ascoltare la video-riunione settimanale degli Aspiranti alla costituzione dell'Associazione Ecclesiale della Famiglia Missionaria San Nicodemo.
Tali riunioni hanno lo scopo, da una parte di conoscere e di confrontarsi con il Progetto Statutario dell'Associazione stessa, dall'altra hanno lo scopo di approfondire la conoscenza della vita cristiana attraverso la riflessione sulla Liturgia derlla Parola relativa alla domenica sucessiva alla data della riunione.
Tale riflessione prende il nome di "Il Messaggio della Domenica": ci si vuole riferire all'aspetto specifico della vita cristiana che, in ciascuna domenica, la Santa Chiesa propone all’ascolto e alla riflessione dei fedeli attraverso la scelta appropriata di brani della Sacra Scrittura.
La riflessione viene guidata dal sacerdote Tommaso Boca e viene realizzata con l'apporto dialogante di tutti i Partecipanti.
Qui di seguito vengono riportati i testi in base ai quali la riflessione stessa è stata realizzata. Essi sonon preceduti da una introduzione che spiega come si è addivenuti all'individuazione e alla formulazione de "Il Messaggio della Domenica".

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INTRODUZIONE A
“IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA”
 
Il Vangelo della Domenica viene scelto dalla Santa Chiesa per proporre all’ascolto e alla riflessione dei fedeli un aspetto specifico del messaggio cristiano.
Questo aspetto viene focalizzato attraverso il Versetto al Vangelo nelle parti relazionate al Vangelo, viene sviluppato nel Vangelo e viene approfondito nella Prima Lettura.
Ne risulta che il Versetto al Vangelo è la chiave di lettura e la cerniera del Vangelo e della Prima Lettura.
Un arricchimento del messaggio si potrebbe ricavare dall’analisi del Salmo responsoriale, che viene scelto dalla Santa Chiesa per descrivere la risposta appropriata dell’uomo a Dio che parla attraverso la Prima Lettura.
E un ulteriore arricchimento si potrebbe ricavare dall’analisi della Seconda Lettura, la quale, talvolta, viene scelta dalla Santa Chiesa proprio perché rispecchia il messaggio specifico che vuole proporre ai fedeli; ma anche quando non ci fosse questo stretto legame, ci sarebbe comunque un arricchimento, poiché il significato di un’affermazione biblica – sempre – si comprende meglio alla luce delle altre.
Tuttavia, nell’elaborazione del Messaggio della Domenica, almeno in modo esplicito, si farà riferimento solo alla Prima Lettura, al Versetto al Vangelo e al Vangelo.
Più precisamente, per realizzare l’elaborato saranno presi in esame i testi integrali del Versetto al Vangelo e del Vangelo nonché il testo integrale o parziale della Prima Lettura: i testi del Versetto al Vangelo e della Prima Lettura saranno commentati nelle parti che sono in relazione all’aspetto specifico del Messaggio della Domenica, mentre il Vangelo sarà commentato in tutte le sue part
Pertanto, nella realizzazione del Messaggio della Domenica si procederà nel modo seguente.
Si comincerà dal testo del Versetto al Vangelo, commentandolo nelle parti che sono riprese nel Vangelo.
Successivamente si esaminerà e si commenterà il testo del Vangelo in tutte le sue parti.
Quindi si esaminerà e si commenterà la Prima Lettura, o un suo stralcio, nelle parti che approfondiscono la formulazione del Messaggio della Domenica che si vuole proporre.
Quindi si procederà alla formulazione del testo del Messaggio della Domenica; in esso confluiranno tutti i commenti di cui sopra, tranne quelli fatti al Vangelo nelle parti che non sono attinenti al Messaggio stesso.
Al termine della presentazione dell’elaborato, durante la quale i Partecipanti potranno già interagire, i Partecipanti stessi saranno invitati, con i loro interventi, ad arricchire e approfondire quanto è stato detto, sulla base delle “Tracce per la Risonanza”, qui di seguito riportate.


 
Tracce per la Risonanza
 
1.   Indicazione di quello che mi ha particolarmente colpito.
2.   Progressi avvertiti nel mio processo educativo:
a) sono stato informato su qualcosa che non sapevo;
b) ho preso coscienza:
·   di un mio modo di pensare sbagliato;
·   di un mio comportamento sbagliato;
·   di un attaccamento del mio cuore a qualcosa che è peccato.
3.   Formulazione di domande:
a)   al fine di capire meglio le letture proposte;
b)   al fine di chiarire alcuni aspetti della fede, in particolare quelli richiamati dalle letture stesse.
   

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DOMENICA 12 FEBBRAIO 2023
VI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A
IL MESSAGGIO DELLA DOMENICA

 
1. La BASE DEL MESSAGGIO NEL VERSETTO Al VANGELO

Confronta Matteo 11,25
Ti rendo lode, Padre,
Signore del cielo e della terra,
perché ai piccoli hai rivelato
i misteri del Regno.
 
Secondo i tempi del suo disegno, Dio attrae, con la sua grazia preventiva, tutti gli uomini alla fede. Purtroppo, molti rifiutano di accogliere la rivelazione che, quando venga attuata nella carità, porta alla salvezza.
I poveri accolgono la rivelazione e la forza per viverla, mentre i ricchi in qualche cosa mettono il loro bene in quel possedimento e, purtroppo, rifiutano la chiamata del Signore: restano così prigionieri del loro piccolo mondo, che è tale soprattutto perché vi manca la presenza del Signore, l’unico che può saziare il desiderio di felicità dell’uomo.
 
 
 
2. LO SVILUPPO DEL MESSAGGIO NEL VANGELO
 Matteo 5,20-22a.27-28.33-34a.37
 
Per salvarsi non basta un’osservanza esteriore e apicale della Legge.
Matteo 5,20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

Fatta l’enunciazione, seguono, nella versione breve del Vangelo proposto, tre esempi; ce ne sono di più nella versione integrale.
Per salvarsi non è sufficiente un’osservanza esteriore e apicale della Rivelazione; al contrario, ci vuole un’osservanza radicale e totale, e che parta dal cuore.
Riguardo alle seguenti affermazioni di Gesù, oltre che tenere presente le specificazioni fatte nel commentarle, bisogna tenere presente che esse sono inserite in un contesto espressivo iperbolico e che esse hanno lo scopo di far vivere nell’amore.
In effetti, Sant’Agostino dice: “ama e fai ciò che vuoi”. Dunque, ogni azione è lecita nell’amore, con l’esclusione, però, di quegli atti che in sé stessi sono negativi.
In questo contesto dell’agire per amore si ricorda l’esistenza dell’istituto giuridico dell’epicheia, il quale permette la violazione di una legge quando la sua osservanza diventerebbe sommamente ingiusta.
 

L’omicidio viene equiparato all’ira.
Matteo 5,21-22a
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio.
 
Tuttavia, bisogna mettere in rilievo che l’ira è un sentimento e in quanto tale non è né buona né cattiva.
Dice San Tommaso: “Due possono essere i rapporti dell’ira con la ragione.
Primo, l’ira può essere antecedente. E allora essa svia la ragione dalla sua rettitudine e quindi è peccaminosa.
Secondo, può essere conseguente: in quanto l’emozione viene mossa contro i vizi secondo l’ordine della ragione. L’ira in tal senso è buona ed è chiamata zelo.
L’ira, e cioè lo sdegno che ha provato il Signore nel vedere il Tempio trasformato in una spelonca di ladri, è stata un’emozione conseguente ed esercitata secondo ragione.
Talvolta potrebbe esserci peccato per mancanza d’ira.
San Giovanni Crisostomo dice che "chi non si adira quando c’è motivo di farlo, pecca.
Infatti, la pazienza irragionevole semina i vizi, nutre la negligenza, e invita al male non solo i cattivi, ma anche i buoni".
Dice San Tommaso d’Aquino che, quando non si elimina il male, anche col castigo, là dove ve ne è bisogno, “indubbiamente si commette un peccato”         
( cfr. Quando l’ira non è peccato – Amici Domenicani ).


L’adulterio viene equiparato al desiderio di compierlo.
Matteo 5,27-28
Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

Ciò vale non soltanto per il peccato specifico di adulterio, esso vale per ogni peccato: quando si ha l’intenzione moralmente consapevole di fare peccato si fa già il peccato.
Al riguardo si fa presente che un pensiero, una parola o un’azione diventa peccaminosa o peccaminosa in modo grave, non solo quando c’è la coscienza psicologica ma quando ad essa si aggiunge, corrispettivamente in misura parziale o piena, la coscienza morale.
Ne deriva che “nel timore d’aver peccato (nel fare una cosa o nei dirla o nel pensarla) l’interessato  stia certo di non aver peccato gravemente, a meno che non possa giurare d’aver chiaramente conosciuto che era peccato mortale e di aver avuto piena volontà di commetterlo” ( cfr. Come riconoscere e combattere gli scrupoli – Amici Domenicani )
 

Il giuramento non ha necessità di esistere perché si deve vivere sempre nella sincerità.
Matteo 5,33-34a.37
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».

Con la seconda proibizione il Signore vuole che tra i suoi ci sia tale sincerità da non dover ricorrere al giuramento.
Il giuramento è un atto col quale si chiama Dio a testimone della verità di quello che si sta dicendo o promettendo.
I Farisei e gli Scribi insegnavano che quando per giurare si usavano formule in cui non si invocava espressamente Dio, non si contraeva alcun obbligo e si poteva non mantenere la parola data.
Gesù respinge questo modo di fare e fa capire che anche quando si giura per il cielo, per la terra… si chiama Dio come testimone.
E, se si agisce diversamente, non solo si compie un atto falso, ma anche un sacrilegio.
Gesù pertanto non dice che il giuramento sia cosa cattiva perché in determinate circostanze può essere un bene (Come mai il Signore afferma che chi dice stupido al fratello va incontro a pene severe e sulla proibizione del giuramento – Amici Domenicani ).
Mentire non è mai lecito. Tuttavia, vi sono situazioni in cui occultare la verità non solo è lecito, ma addirittura doveroso. È il caso in cui si fa uso della cosiddetta “restrizione mentale” che consiste nel cambiare dentro di sé il significato che la frase ha presso l’interlocutore. Si distingue tra restrizione mentale stretta (quando assolutamente non è possibile, da ciò che si dice, conoscere la verità) e restrizione mentale larga (quando è possibile conoscere la verità che rimane solo velata).
La restrizione mentale stretta non è lecita, è lecita invece la restrizione mentale larga: a volte è assolutamente obbligatorio celare la verità.
Perciò il confessore che viene interrogato su materia di confessione, deve rispondere di non sapere assolutamente niente. Intendendo dire che non sa nulla che possa rivelare. Così pure devono fare talvolta gli infermieri, i medici , gli avvocati e altre categorie professionali assimilabili.
Si deve ancora tenere presente chela simulazione e dissimulazione possono essere una bugia ma non sempre lo sono..
Nel primo caso si tratta di indicare una finta cosa assente; è il caso, ad esempio, di un poliziotto che simula di essere un malvivente.
Nel caso della dissimulazione invece si tratta del nascondimento prudenziale di una cosa presente; è il caso, ad esempio, del sacerdote che fa un segno di croce sul penitente per nascondere la negazione dell’assoluzione sacramentale (cfr. Distinzione tra restrizione mentale, simulazione e dissimulazione – Amici Domenicani ).
Si fa infine presente che si pecca venialmente di falsa testimonianza quando vi è materia lieve, e cioè quando uno dice una cosa per un’altra per difendersi, per non essere punito, e inoltre  non si causano mali gravi a chi non viene a conoscere la verità (cfr. Domande sui peccati veniali e sulla falsa testimonianza – Amici Domenicani ).


 
 
3. L’ARRICCHIMENTO DELLA PRIMA LETTURA
Siracide 15,16-21
Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno;
se hai fiducia in lui, anche tu vivrai.
Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua:
là dove vuoi tendi la tua mano.
Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male:
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
Grande, infatti, è la sapienza del Signore;
forte e potente, egli vede ogni cosa.
I suoi occhi sono su coloro che lo temono,
egli conosce ogni opera degli uomini.
A nessuno ha comandato di essere empio
e a nessuno ha dato il permesso di peccare.

I comandamenti del Signore se osservati conducono alla vita: infatti, vivere nell’amore che porta alla comunione, è vita.
Dio propone a ogni uomo, a tutti gli uomini la salvezza, ma essi possono anche rifiutarla: quel Dio, che ci ha creato senza il nostro permesso, non ci può salvare senza la nostra collaborazione (cfr. Sant’Agostino).
Dio vede tutto e giudica secondo giustizia, egli è santo e misericordioso allo stesso tempo: a nessuno Egli ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
 

 
 
4. FORMULAZIONE DEL MESSAGGIO

La necessità dell’osservanza della Parola per salvarsi e le condizioni per poterla osservare: ci vuole la povertà in spirito.
Secondo i tempi del suo disegno, Dio attrae, con la sua grazia preventiva, tutti gli uomini alla fede. Purtroppo, molti rifiutano di accogliere la rivelazione che, quando venga attuata nella carità, porta alla salvezza.
I poveri accolgono la rivelazione e la forza per viverla, mentre i ricchi in qualche cosa mettono il loro bene in quel possedimento e, purtroppo, rifiutano la chiamata del Signore: restano così prigionieri del loro piccolo mondo, che è tale soprattutto perché vi manca la presenza del Signore, l’unico che può saziare il desiderio di felicità dell’uomo.
Per salvarsi non è sufficiente un’osservanza esteriore e apicale della Rivelazione; al contrario, ci vuole un’osservanza radicale e totale, e che parta dal cuore.
I comandamenti del Signore se osservati conducono alla vita: infatti, vivere nell’amore che porta alla comunione, è vita.
Dio propone a ogni uomo, a tutti gli uomini la salvezza, ma essi possono anche rifiutarla: quel Dio, che ci ha creato senza il nostro permesso, non ci può salvare senza la nostra collaborazione (cfr. Sant’Agostino).
Dio vede tutto e giudica secondo giustizia, egli è santo e misericordioso allo stesso tempo: a nessuno Egli ha comandato di essere empio e a nessuno ha dato il permesso di peccare.
 

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