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“Beato sei tu, Simone, figlio di Giona …”

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


“Grande è la tua fede!”

Sul Vangelo di Matteo (Mt 15, 21-28)

17 Agosto 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Oggi, ventunesima domenica del tempo ordinario Gesù, nell’Apostolo Pietro ci chiama “beati”, perché abbiamo accolto la verità di Dio sul Figlio Gesù e professiamo anche noi la nostra fede: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!».

Siamo dei beati perché abitati dallo Spirito Santo che ci aiuta a conoscere la verità intera: Gesù è la nostra ricchezza, sapienza e conoscenza di Dio di cui ci parla San Paolo nella lettera ai Romani.  Cristo è la voce che ha tradotto in parole il pensiero di Dio e lo comunica per mezzo di una singolare grazia attraverso il dono dello Spirito Santo a chi vuole. Ecco come nascono i profeti cui è paragonato Gesù dalla gente nel Vangelo.

Giovanni Battista, Elia e Geremia e tutti gli altri profeti sono stati uomini beati perché “guardati” dal Signore per la loro umiltà di cuore e resi da Lui, uomini forti e coraggiosi per correggere, esortare e ammonire senza paura nel Suo nome il Suo Popolo. Nel salmo responsoriale abbiamo ripetuto: «Perché eccelso è il Signore, ma guarda verso l’umile, il superbo invece lo riconosce da lontano». La Madonna è la Beata per eccellenza per ogni generazione perché è stata guardata nella sua umiltà. La fede e l’umiltà sono la tunica e la cintura, gli abiti con cui è rivestito ogni profeta da Dio.

«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa». Gesù in Pietro profetizza anche su ciascuno di noi, “cambia” la nostra storia, il nostro vissuto, ci dona una nuova identità, dignità, quella di figli attraverso il battesimo, per edificare la Sua Chiesa.

La gente si aspetta di sapere chi è Gesù da noi, cosa ha fatto nella nostra vita, cosa ha cambiato, ma soprattutto cosa ci ha consegnato! Se noi l’abbiamo veramente conosciuto, siamo in dovere di farlo conoscere e amare.

Il cambiamento che il Signore ha operato nella nostra vita con la Sua Parola, deve provocarci non un senso di smarrimento, di perdita di memoria o delle proprie radici, ma un senso di gratitudine per la nuova pagina di storia ecclesiale che insieme con me vuole scrivere. Gesù vuole costruire in grande, perché pensa in grande per la sua Chiesa, ha dei meravigliosi progetti da realizzare su di noi, con noi!  Vuole il nostro contributo. Ci crediamo in questo?

La parola “pietra” sia pure in una situazione diversa ricorre nel vangelo prima ancora di questo episodio è cioè quando Gesù nel deserto, è tentato dal diavolo a trasformare una pietra in pane, cioè in materia di scambio, di utilità e tornaconto personale. «Se tu sei il Figlio di Dio, comanda a questa pietra di diventare pane» (Lc 4,3). Gesù, invece, attraverso l’apostolo Pietro che ci rappresenta tutti nella grande professione di fede ci vede “pietre”, su cui edificare un regno di condivisione, elargizione della misericordia di Dio. Chissà se Gesù da quell’esperienza nel deserto con il tentatore non abbia pensato alla futura Chiesa nascente: il Suo Corpo per sfamare ogni uomo.

«Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa». Nonostante le nostre fragilità noi siamo Chiesa scelta e amata da Dio. Le divisioni personali, spaccature di gruppo, gelosie, ignoranza reciproca, individualismo e rivalità non riusciranno a deturpare il volto della Chiesa, a prevalere su di essa.

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