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Tirando le somme

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Tirando le somme

di Cristina Funaro.

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Un uomo entrò in una chiesa. Era un'azione che non compiva più da tempo ovvero da qualche mese dopo avere fatto la cresima; allora aveva 16 anni, adesso 55. Si sedette tra i banchi nei pressi di un Crocefisso di legno a cui dapprima non prestò attenzione. Respirò l'odore di sagrestia, risultanza delle poche candele accese, dell'addobbo floreale , dell'incenso di cui restano pregni i muri. Abituato a contabilizzare tutto, sul lavoro, come nella vita, dapprima si lasciò andare ai ricordi, ai pensieri d'infanzia, poi prese ad osservare i capitelli , i fregi della chiesa, le tele dei santi, lui, intenditore, giudicò che fosse tutto di ottima fattura, anche le tovaglie ricamate sull'altare principale e su quelli minori.
Il suo sguardo, dunque, si posò sul  Crocefisso, di medie dimensioni, che pendeva solitario dal muro, senza neanche un fiore o un lumicino acceso. Sebbene gli fosse stata scolpita una rassegnata sofferenza sul volto, non aveva molte piaghe. Un piccolo squarcio al costato, i buchi dei chiodi e qualche goccia di sangue giù dal volto sotto la corona di spine. L'uomo prese a divagare che quel Crocefisso fosse troppo poco piagato, che in certe immaginette ne aveva visti altri con molte più ferite e squarci.
Nell'osservare il capo reclinato di quel Cristo di legno iniziò a pensare alla vita di quel personaggio tanto controverso … qualcosa non gli tornava … qualcosa doveva essere successo davvero dopo la sua morte; gli era toccata quella più terribile e infamante destinata ai peggiori delinquenti e nemici dell'impero romano. Pen

sò anche al modo in cui era nato … al fatto che Maria fosse rimasta incinta senza essere sposata! Tutto poteva fermarsi prima. C'erano i presupposti perché la vicenda terrena di Gesù avesse fine  sulla croce, tutto bollato come eresia, le visioni di un pazzo … e invece no! Un morto in croce non avrebbe potuto spaccare la storia in due, solo un evento strabiliante poteva esser posto come inizio dei tempi nuovi. L'uomo pensò a Pietro e agli apostoli che, dopo la morte del loro maestro, si erano nascosti pieni di paura, convinti forse che fosse tutto finito, magari tra quei poveracci, che pure avevano visto Gesù operare miracoli in vita, serpeggiava la delusione e il sospetto di essere stati prede di un abbaglio … doveva essere successo qualcosa di eccezionale ad infondergli così tanto coraggio per uscire allo scoperto e predicare e finire martiri a loro volta.  La coscienza dell'uomo gli suggerì :"… prova ad entrare dalla Porta Stretta!". Si ricordò di una frase "ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore", più si cerca, più si rimane smarriti, solo chiedendo con cuore semplice si ottiene quel tanto che basta alla comprensione dell'uomo: la fede! L'uomo ricordò quando da bambino giocava a nascondino con la madre e, talvolta, gli era difficile trovarla; si spaventava e  non giocava più, piangeva seduto sul pavimento, credendo che la mamma lo avesse abbandonato ma lei sbucava sempre da qualche posto in cui lui non aveva guardato e lo riempiva di baci, e Dio adesso stava facendo come la sua mamma. Dio sbucava dalla Porta Stretta per quel figlio. Il ricordo d'infanzia gli riporto alla mente  un'altra frase ancora :"se non ritornerete come bambini non entrerete mai!". Ecco  il segreto, vedere con occhi di bambino, senza superbia, la grande verità!  Guardando il Crocefisso l'uomo tirò le somme delle considerazioni fatte e mormorò, anche se avrebbe voluto gridare,: "Sei Dio! Sei risorto!", ne aveva la certezza ! Capì quello che c'è da capire, cose che nel cuore sono chiare e le parole non riescono a descrivere. Grandezza del Dio vivente che si nasconde agli occhi degli uomini che non vogliono trovarlo, che in Lui riconoscono solo uno spiantato Galileo morto da malfattore e a loro si svela quando sono stanchi delle promesse del mondo e sono vuoti e pronti a contenere tutta la Luce possibile.
In un istante l'uomo si sentì libero da tanti gravami che l'opprimevano nell'anima, assaporò una libertà e una pace da non potersi capacitare. Si domandò perché  nel corso della sua vita avesse chiesto tante cose materiali a quel Dio che  cercava  ma non stimava e mai gli fosse balenato di chiedergli di poterlo conoscere, mai si fosse neanche abbassato per guardare dalla Porta Stretta. Giudicò che la più grande grazia era quella che aveva appena ricevuta.
In quella chiesa era entrato un uomo morto e ne uscì una persona viva e rinnovata. Nel corso della sua vita fu tentato parecchie volte, soprattutto durante i periodi di prova e sofferenza, a rinnegare la rivelazione avuta,  ma una luce quando è accesa, illumina anche se messa sotto un tavolo e ogni volta, da queste tentazioni superate, l'uomo trasse grande merito per la sua anima.
Finché il suo corpo non morì, non fece nulla di grandioso agli occhi degli uomini,  ma la sua vita cambiò per sempre. Si dedicò al culto del Crocefisso che è la Porta Stretta da cui si vede Dio. Non mancò mai di portare fiori freschi e lumini al Crocefisso della sua rinascita, ma sarebbe stato un gesto sterile se non affiancato da opere buone, anche piccole, e sacrifici.  Chi si avvicinava a lui riceveva una  parola di speranza, o uno spunto per riflettere e ci fu anche chi, grazie a lui, si convertì. E poi rinacque a vita nuova completamente perdonato e perfettamente felice;  a me che narro e a voi che leggete non è dato ancora comprendere, ma se siamo qui è perché, tirando le somme, speriamo tutti la stessa felicità.

Famiglia Missionaria San Nicodemo

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8 Febbraio 2010

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