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Viene dopo di me colui che é più forte di me

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Viene dopo di me colui che é più forte di me

Sul Vangelo di Marco (Mc 1,1-8)

7 Dicembre 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


La liturgia della Parola di questa seconda domenica di Avvento è interamente contrassegnata da una promessa: l’arrivo imminente del Signore. Un annuncio che consola perché parla ai nostri cuori.

Nella prima lettura il profeta Isaia vede arrivare il Signore con potenza portando con sé il premio e una ricompensa. Questo premio è il Figlio Gesù, questa ricompensa che lo precede è la nostra Redenzione, la nostra Liberazione.

Bellissima è l’immagine del pastore che il profeta utilizza per descrivere l’arrivo del Signore. La figura del pastore ci va vedere la vera potenza e il dominio di Dio. Essi non sono esercitati per renderci in schiavitù o per punirci, ma per radunarci, amarci e riconciliarci. Dio ci porta in braccio sul petto, sulla parte più vicina al suo cuore e ci conduce con dolcezza.

Dio è un pastore che cammina davanti a noi e "grida" con la sua Parola la strada che dobbiamo percorrere per salvarci. A noi il dovere come dice il salmo di ascoltare cosa ci dice il Signore. Lui ci invita a essere portatori di amore e di verità, portatori di giustizia e di pace, per quanti incontriamo sul nostro cammino. San Paolo lo ricorda nella seconda lettura: «fate di tutto perché Dio vi trovi in pace, senza colpa e senza macchia».

Dio, da oggi, vuole aiutarci a iniziare daccapo la nostra storia personale e lo fa mandandoci il Figlio Gesù, il Suo Vangelo. Egli si serve di eventi e di persone impensabili, facendoci passare anche attraverso l’esperienza dolorosa del deserto pur di farci ritornare all’essenzialità, alla sobrietà delle cose e della vita.

Il Vangelo è la Parola con cui Dio suggerisce all’uomo la via che lo aiuta a ritrovarsi, a capirsi come creatura e come figlio amato da Dio.

Giovanni Battista, in tutto questo, è l’uomo che ogni cristiano dovrebbe prendere come esempio, perché è l’uomo concreto, sobrio, credibile, che sa riconoscere i suoi limiti, si mette da parte quando è necessario e accetta con umiltà i carismi e i doni che gli altri posseggono all’interno della Chiesa.


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