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Il seminatore uscì a seminare...

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Il seminatore uscì a seminare...

Sul Vangelo di Matteo (Mt 13,1-9)

13 Luglio 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte

Bellissima è la contrapposizione tra il luogo, dove Gesù predica, cioè sulla barca in mare e il luogo dove il seminatore della parabola semina, cioè la terra ferma.  Anche da fermo Gesù ci fa sognare e ci stupisce. L’incontro tra cielo, mare e terra è realizzato da quell’atto del seminatore che nel spargere i semi eleva le sue mani in alto perché la Parola del Signore arrivi su tutti quelli che simbolicamente si trovano in aria, in mare e sulla terra. La Parola di Dio raggiunge così tutti i confini della terra.

Papa Francesco ha più volte ricordato nelle sue omelie che la Chiesa è in uscita, cioè missionaria, una Chiesa che nel suo cammino deve accostarsi e farsi vicina a tutti, proprio come fa il seminatore del Vangelo che con la Sua Parola arriva ad abbracciare tutti indistintamente, buoni e cattivi.

Ognuno di noi nella vita è toccato dalla Parola del Vangelo, questo può accadere in diverse circostanze e situazioni: in occasione di un battesimo, prima comunione, matrimonio o di un funerale.  La Parola del Signore arriva e tocca tutti noi che ci troviamo in una delicata situazione familiare, sociale, fisica, psicologica e spirituale.

Siamo continuamente "bagnati" dalla Parola di Dio, essa produce sempre un effetto su di noi, come ci ricorda il Profeta Isaia nella Prima lettura.  Dio ha mandato Suo Figlio Gesù, la Parola eterna del Padre per realizzare il suo grande desiderio: convertire l’uomo a sé, riportarlo al suo disegno originario. Gesù "semina" le parole del Padre per far conoscere a tutti gli uomini, la vita eterna. «Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo». (Gv 17, 3).  Nel Vangelo di Giovanni si legge ancora: «Le parole che hai dato a me io le ho date a loro» (Gv 17,8). Partita dal Signore, la Parola opera nella storia e nelle coscienze e ritorna a Dio come lode, in un dialogo d’amore tra creature e Creatore.

E’ bello considerare questo protendere delle mani di Dio nell’atto di consegnare il Figlio, la Sua Parola, nella figura del seminatore. Dio sparge se stesso nella Parola del Figlio. La sovrabbondanza di grazia che c’è elargita attraverso la Parola è incommensurabile.

L’ascolto e la comprensione della Parola sono le condizioni essenziali perché essa attecchisca nella nostra vita e produca frutti abbondanti di conversione. L’ascolto è la terra fertile entro cui il Vangelo può mettere radici. Per mettersi in ascolto occorre coltivare il silenzio interiore, come fece la Madonna. La comprensione, invece, necessita dell’istruzione. Se nessuno m’istruisce sulla Parola, non potrò mai comprenderLa.

Anche noi usciamo da casa ogni mattina, chiediamoci che cosa semineranno le nostre lingue; le nostre azioni, ma soprattutto dove e verso di chi intenderemo spargere le nostre intenzioni. Il seme che intendo seminare è buono o cattivo, porterà frutti buoni o cattivi per me e per i miei fratelli?  Non dimentichiamo: ogni parola, gesto e sguardo che si staccano da me, se ne vanno per il mondo e produrrà sempre qualcosa.

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