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La passione di Gesù

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 03/07-25/12/2017


Riflessioni Varie sulla Parola
La passione di Gesù  


Sul Vangelo di Matteo (Mt 26,14-75.27,1-66)

9 Aprile 2017

                                                                                                                           di Sac. Giuseppe Biamonte


La passione di Gesù raccontata dall'Evangelista Matteo inizia con una compravendita. Trenta monete di argento è stato il prezzo concordato per vendere il Signore. Una tentazione che può prendere tutti, quella di usare il Signore, la Sua chiesa per fare soldi o per altri interessi. Chi "vende", chi si sbarazza di Gesù dalla propria vita paga sempre un prezzo alto, perde valore, dignità, perde tutto. Sempre nel racconto di Matteo, vediamo come Gesù, al contrario di Giuda, non ci vende, non ci usa, non ci strumentalizza, ma ci dona qualcosa che ha più valore. Egli ci dona il Suo Corpo e il Suo Sangue. Non regge il paragone tra chi cerca di fare il male e cerca l'occasione per vendicarsi e, chi come Gesù, nonostante sappia chi gli fa del male, continua a fargli e a volergli bene. Confessiamo apertamente:siamo dei discepoli e dei cristiani molto incoerenti.

Chi di noi non si è mai ritrovato nella situazione di Pietro? Pietro aveva detto a Gesù:«Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Abbiamo vergogna di toccare perfino il vangelo, di tenere in mano un rosario, di pregare o difendere la propria chiesa, i suoi insegnamenti e i suoi ministri. Chi di noi, poi, non si è mai trovato nella situazione di quei discepoli che dormono nella comunità, cioè di cristiani che non vogliono essere disturbati "con"  la Parola del Signore? Al nostro desiderio di voler "dormire", Gesù ci intima di alzarci:«Alzatevi, andiamo».

Bellissima e commovente è la frase che Gesù rivolge a Giuda:«Amico, per questo sei qui!». Badate bene non è una interrogazione, ma una affermazione. Questa affermazione confonderà Giuda, i suoi sentimenti iniziali e susciterà in lui il rimorso di aver tradito sangue innocente. «Amico, per questo sei qui!». Gesù con questa parola cerca di farci capire che il nostro posto, la nostra unica ricchezza è stare accanto a Lui, e, che i veri traditi saremmo noi se ci allontaneremo da Lui.

Ancora più avanti nel racconto, ritroviamo ancora Pietro che osserva, segue e guarda come va a finire. Chi di noi non ha mai avuto la tentazione di restare solo a guardare cosa accade in paese, in famiglia, nella parentela o in parrocchia e aspettare a vedere come va a finire? Notate le azioni che Pietro mette in azione:nega, impreca, giura e dice di non conoscere.

Al rinnegamento di Pietro, l'evangelista, contrappone il pentimento di Giuda. Giuda comprese troppo tardi di aver commesso lo sbaglio più grande della sua vita nel tradire il Signore, comprese di aver venduto la sua vita, la sua vocazione a gente peggiore di lui. Tremende sono le parole che si sentì dire da quelle persone che credeva di essere suoi soci nell'affare di Gesù. «A noi che importa? Pensaci tu?». Chi ci porta su cattive strade prima o poi ci lascerà in balia del nostro destino.

Altra figura emblematica è quella di Pilato che lascia fare agli altri:«pensateci voi». Pilato sacrifica l'etica, i principi e i valori di una intera comunità alla conservazione della sua poltrona, ma ancora peggio, ridicolizza il suo ruolo in nome di un'anarchia più assoluta.

Tremendo è infine il buio registrato dall'evangelista: «Si fece buio su tutta la terra». Chi toglie Dio dalla propria vita precipita nel buio più fitto dell'anima. Due forti grida squarciano queste tenebre. Il grido del crocefisso moribondo provoca un terremoto. Questo terremoto è salutare per la durezza degli animi, è un terremoto che resuscita alla conversione. Bene aveva profetizzato il vecchio Simeone su Gesù:«Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti». La prima resurrezione, infatti, è avvenuta proprio ai piedi della croce attraverso la bellissima professione di fede proferita dal centurione romano:«Davvero costui era il Figlio di Dio!».


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