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“Grande é la tua fede!”

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


“Grande è la tua fede!”

Sul Vangelo di Matteo (Mt 15, 21-28)

17 Agosto 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Domenica scorsa le nostre orecchie hanno udito un grido d’aiuto proveniente dall’Apostolo Pietro che stava affondando nelle acque del mare, dopo la sua richiesta rivolta a Gesù di camminare su di esse per andare da Lui. La paura lo stava facendo annegare.

Questa domenica la Parola del Signore ci fa ascoltare un’altra richiesta di aiuto. E’ il grido di una madre, una donna Cananea che cammina sulla via e grida tutto il suo dolore dietro alle spalle di Gesù. Essa urla forte per attirare la sua attenzione. Cerca aiuto perché è preoccupata dalla salute spirituale della figlia. La figlia, infatti, è tormentata dal demonio. Questa donna è una di quei tanti genitori che sono disposti ad affrontare lunghi viaggi della speranza pur di trovare una soluzione per i mali dei propri figli. La sua intuizione le fa vedere una soluzione: cioè in Gesù.  

La prima parola che la donna rivolge a Gesù è: «abbi pietà di me». La pietà è uno dei grandi attributi di Dio. Prima ancora della figlia è lei che ha bisogno di ricevere da Gesù, la forza, la pace nel cuore e nella mente per andare avanti. Il tormento della figlia è divenuto il suo tormento.

Essa grida, ma Gesù non risponde. Atteggiamento strano! Il suo silenzio è più forte delle sue grida. Perché tale mutismo? Lui stesso lo spiega ai discepoli che sono sbalorditi da questo suo atteggiamento. «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».

Ci sono alcuni passi del Vangelo in cui è registrato lo stesso mutismo assunto da Gesù, quello davanti a Erode e a Pilato che lo interrogano. Quando la sua Parola che è Verità non è ascoltata e accolta, essa non riesce a scuotere le nostre coscienze, perché sono le nostre scelte sbagliate di vita che le sbarrano le porte. Allora il silenzio di Cristo diventa protesta, rimprovero. Esso non è disinteresse ma pedagogia di Dio nei confronti dell’uomo che non desidera essere da Lui salvato. Un papà e una mamma usano il silenzio quando con le parole non riescono a raggiungere la correzione dei figli.

Il silenzio di Cristo comincia a produrre i suoi benefici per la donna. Essa, comincia ad avvertire immediatamente la sua drammatica situazione spirituale: essere lontana da Dio. Allora, essa si fa più vicina, si getta ai suoi piedi e comincia a supplicare: «Signore, aiutami!».

Gesù rompe il silenzio con una parabola che dice che non conviene prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini. Nel caso concreto i figli sarebbero il popolo giudaico, e i cagnolini, i pagani.

La donna non si dà per vinta. Essa è d’accordo con Gesù, ma allarga il paragone e lo applica al suo caso: «E vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni». La reazione di Gesù è immediata: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».

La donna Cananea è riuscita senza tanti discorsi teologici a reggere il confronto con Gesù e a ottenere con la sua fede la grazia tanto desiderata: essere liberata dal tormento assieme alla figlia. La sua fede unitamente al suo amore di madre ha fatto breccia nel cuore di Dio, l’hanno mosso a compassione, hanno risvegliato il suo amore materno, dilatando la sua misericordia verso tutti quelli che Lo cercano con cuore sincero.

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