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“E chinatosi di nuovo, scriveva per terra …”.

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 03/01/-26/062016


Riflessioni Varie sulla Parola
“E chinatosi di nuovo, scriveva per terra …”.

Sul Vangelo di Giovanni (Gv 8,1-11)

13 Marzo 2016

                                                                                                                           di Sac. Giuseppe Biamonte


In In questa quinta domenica di Quaresima, troviamo Gesù, nel tempio già all’alba per pregare e insegnare.

L’evangelista Giovanni fa notare un particolare interessante, e cioè il fatto che Gesù prima di recarsi al tempio era stato all’orto degli ulivi. In questo luogo cadrà a terra durante la preghiera e suderà sangue, in questo luogo cadranno anche i soldati venuti per arrestarlo. «Appena disse «Sono io», indietreggiarono e caddero a terra (Gv 18,6). Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora» (Mc 14, 32-36).

Nel tempio, Gesù, si china a terra per scrivere con il dito, quando, è messo alla prova dagli scribi e i farisei che gli presentano una donna trovata in flagrante adulterio. Si trattava di una donna che secondo la legge di Mosè doveva essere lapidata.
«Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra[…]; «e, chinatosi di nuovo, scriveva per terra» (Gv 8).

È l’unico brano del Vangelo in cui vediamo Gesù scrivere. Giovanni riporta ben due volte nello stesso racconto questo gesto insolito di Gesù. Che cosa avrà scritto? In che lingua? L’hanno potuto leggere le persone che gli stavano attorno?

L’evangelista non soddisfa la nostra curiosità, piuttosto egli orienta la nostra attenzione sul gesto sorprendente di Gesù: mentre intorno a lui c’è molta tensione e agitazione, c’è l’atmosfera ostile e persino rischio di spargimento di sangue, Gesù, con tutta tranquillità, si china a scrivere col dito per terra.

Notate, Gesù, non utilizza carta, penne o come diremmo oggi il social network per far sentire la “sua”, ma utilizza la terra da cui siamo stati tratti.

Sono una matita nelle mani di Dio diceva la Beata Madre Teresa di Calcutta.

Dio non usa inchiostro indelebile per appuntare i nostri errori. Solo Lui sa ridisegnare e riscrivere la nostra storia daccapo. «Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di Te è il perdono: e avremo il tuo timore» (Salmo 129,3-4).

Gesù, il maestro utilizza una “lavagna” singolare per istruirci, la nostra umanità. Egli si abbassa a terra per scacciare con il suo dito i “demoni” che accompagnano molto spesso i nostri piedi che toccano la terra: «Se invece io scaccio i demòni con il dito di Dio, è dunque giunto a voi il regno di Dio» (Lc 11,20).

Dal basso, dalla terra alza lo sguardo e lo dirige verso chi accusava la donna. Avete mai provato a guardare le persone stando dal basso? Si raggiunge subito il loro viso, il quale è immagine e somiglianza di Dio. E’ uno sguardo penetrante quello di Gesù, misericordioso, pietoso sia nei confronti della donna accusata, che dei suoi accusatori. Abbiamo tanto bisogno di questo sguardo. E’ lo sguardo di chi ci ha sempre seguito, fin dalla giovane età, da quando facevamo i primi passi. E’ uno sguardo che assolve e interpella.

La stessa posizione, quella di chinarsi, Gesù, la assumerà il giovedì Santo, quando si piegherà a terra per lavare i piedi degli apostoli, piedi che toccano e si sporcano continuamente di terra. «Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugatoio di cui si era cinto» (Gv 13,5).

Chinandosi a terra, Gesù, occupa figurativamente il posto di chi doveva essere lapidata, di chi meritava la pena di morte.
Gesù non desidera la morte di nessuno, non punta il dito sui nostri sbagli. Vuole farci prendere coscienza del fatto che condividiamo la stessa natura umana e che tutti possiamo sbagliare, ma non per questo arrivare al punto di desiderare la morte di chi sbaglia. «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la prima pietra contro di lei» (Gv 8,7). Il cristiano che va al tempio, in chiesa e frequenta i sacramenti prega per la conversione e non per la morte di chi pecca. Questa è misericordia.

Chinandosi a terra, Gesù, occupa figurativamente il posto di chi doveva essere lapidata, di chi meritava la pena di morte. «Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori Lui si è addossato i nostri peccati» (Isaia 53,4).  

Gesù non desidera la morte di nessuno, non punta il dito sui nostri sbagli. Vuole farci prendere coscienza del fatto che condividiamo la stessa natura umana e che tutti possiamo sbagliare, ma non per questo arrivare al punto di desiderare la morte di chi sbaglia. «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la prima pietra contro di lei» (Gv 8,7). Il cristiano che va al tempio, in chiesa e frequenta i sacramenti prega per la conversione e non per la morte di chi pecca. Questa è misericordia.

Gesù, come Figlio di Dio, avrebbe potuto fatto scornare gli scribi e i farisei gridando pubblicamente i loro peccati commessi in privato, ma zittisce tutti.

Ma quelli udito, ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando da più anziani fino agli ultimi (Gv 8,9). Bellissimo è il finale di questa storia reale. Gli anziani, proprio quelli che nella vita hanno accumulato più errori, sbagli e peccati degli altri hanno ricevuto una lezione profonda.

Gesù, come Figlio di Dio, avrebbe potuto fatto scornare gli scribi e i farisei gridando pubblicamente i loro peccati commessi in privato, ma zittisce tutti.

Ma quelli udito, ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando da più anziani fino agli ultimi (Gv 8,9). Bellissimo è il finale di questa storia reale. Gli anziani, proprio quelli che nella vita hanno accumulato più errori, sbagli e peccati degli altri hanno ricevuto una lezione profonda.

Gesù la Tua Misericordia incontra la mia miseria: fa che io ritorni a Te con tutto il cuore perché davanti al peccato Tu scrivi sempre la parola Amore.

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