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Venite benedetti del Padre mio

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 18/05-28/12/2014


Riflessioni Varie sulla Parola


Venite benedetti del Padre mio

Sul Vangelo di Matteo (Mt 25,31-46)

23 Novembre 2014

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Oggi la Chiesa celebra la Solennità di Cristo Re dell’universo.

Siamo al termine dell’anno liturgico e ci avviamo verso il periodo dell’Avvento in preparazione al Santo Natale.

Questo Re lo vediamo sul trono della croce, ove esercita la sua Signoria Regale: «Quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32).

La croce è la via attraverso la quale Dio si fa vicino all’uomo, si fa compagno di viaggio, si unisce tremendamente nella carne umana fino a mescolarsi e confondersi con essa.

La croce è anche la via attraverso la quale l’uomo, segue le orme di Cristo per arrivare a Dio. Sicché possiamo dire che la croce è il luogo dove vediamo e serviamo il Signore nei fratelli.

Domenica scorsa, Gesù ci ha chiamato servo buono e fedele, questa domenica, invece, ci chiama benedetti e ci invita ad andare verso di Lui con queste parole: «Venite benedetti del Padre mio». Questa benedizione passa attraverso la nostra persona, le nostre azioni, le nostre parole. Quando passiamo per le strade, andiamo al lavoro o entriamo nelle case della gente, tutti dovrebbero accorgersi e riconoscere che siamo una benedizione per gli altri.

E’ Dio che ci benedice, è Cristo che ci consegna il regno dei cieli. Questo regno è Cristo stesso e, noi lo possiamo raggiungere e ricevere nella misura in cui rispondiamo al suo invito di avvicinarci sempre di più a lui. Cristo è presente nell’affamato, nell’assetato, nello straniero, nel nudo, nel malato e nel carcerato.

San Paolo dice: "Lasciatevi riconciliare con Dio"(2Cor 5,20). Quando faccio esperienza di riconciliazione, di condivisione e di perdono con i fratelli sono un uomo benedetto da Dio, un uomo cioè rappacificato, riconciliato con Cristo e con i fratelli.

E’ interessante notare come nel Vangelo, sia i "benedetti" sia i "maledetti" danno la stessa risposta a Gesù: «Signore, quando mai ti abbiamo visto?».

Ci si potrebbe domandare perché i benedetti meritano il regno dei cieli e i maledetti il fuoco eterno se entrambi confessano di "non averlo mai visto"?

Ebbene, la risposta sta nel fatto che per il merito di essere una benedizione per gli altri, anche se non professiamo la stessa fede, riceveremo dal Signore il premio riservato ai giusti. Anche chi non è cristiano, è un benedetto da Dio se durante la sua vita fa del bene ai fratelli.

Un’elemosina, un’opera di carità fatta a un povero, indistintamente dal fatto se esso sia cristiano, musulmano o di altra fede religiosa, produce in noi la benedizione di Dio e ci colloca automaticamente alla Sua destra.

Viceversa l’indifferenza, l’egoismo e la chiusura alle necessità dei fratelli produce in noi la maledizione di Dio e ci colloca nel fuoco eterno. Sono le nostre scelte che ci giudicano.

Signore donaci occhi limpidi per vedere i bisogni e le necessità dei fratelli e condividere con essi quella provvidenza che Tu elargisci attraverso i nostri passi che ci avvicinano al nostro prossimo e attraverso le nostre mani che dispensano i tuoi doni. Amen


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