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La lunga giornata di Papa Francesco in Calabria!

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QUOTIDIANITA' E VITA

La lunga giornata di Papa Francesco in Calabria!


29 Giugno 2014

                                                                                                                                                                di Egidio Chiarella


Sono passati appena tre anni dalla venuta di Benedetto XVI a Lamezia. Era il 9 ottobre del 2011. Per individuare un’altra visita di un pontefice bisogna arrivare al 5 ottobre 1984 con la presenza di Giovanni Paolo II, oggi santo. Cosa è cambiato? È cambiato il mondo! Oggi si riscopre, anche se ancora con fatica, una verità vera e senza troppi chiaro scuri: La società ha perso la sua misura spirituale, permettendo agli uomini di scoprire falsi livelli sociali, di cui si vedono i riflessi negativi. Questo Papa è sceso perciò tra la gente. Ha ristabilito, in tutta umiltà, un contatto che si era affievolito. Sta riformando la Chiesa con il vangelo nella mente e nel cuore. Parla un linguaggio limpido e a Cassano, come aveva fatto Giovanni Paolo II a Palermo, si rivolge alla mafia con parole forti e senza riserve.

Davanti a duecentocinquantamila persone, nella piana di Sibari assolata, dice: "La 'ndrangheta è adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no". Continua con espressioni più dure da non dimenticare, ma da analizzare e comportarsi di conseguenza: "Quelli che non sono in questa strada di bene, come i mafiosi, questi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati". Quindi aggiunge, dopo aver chiesto di combattere la 'ndrangheta: "La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza, Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare".

Il Santo Padre ama i giovani e sa che con la mafia, vera forza del male, rischiano di perdere la speranza in un futuro di progresso e di libertà. La Calabria sarà terra senza un vero futuro, se non avrà il coraggio di opporsi all’immoralità, alle ingiustizie, alle tante violenze sociali che la criminalità organizzata alimenta ogni giorno! In precedenza nel carcere di Castrovillari Papa Francesco aveva incontrato il padre e le due nonne di Cocò. Qui ha espresso vicinanza alla mamma del bimbo ucciso sperando che episodi del genere non si ripetano più. "Mai più vittime della ‘ndrangheta". "Non deve mai succedere una cosa del genere nella società". "Ho pregato molto e sta pregando per Cocò e per tutti i bambini vittima di questa sofferenza".

Poi parlando ai detenuti ha detto: "Vorrei esprimere la vicinanza del Papa e della Chiesa a ogni uomo e ogni donna che si trova in carcere, in ogni parte del mondo. Gesù ha detto: "Ero in carcere e siete venuti a trovarmi". Dio mai condanna, perdona soltanto. Il Signore ci dice: io ti perdono, ma adesso tu vieni con me". In fine, rivolgendosi con grande umiltà a tutti i presenti, ha chiesto:"Pregate per me"! A mezzogiorno l’incontro a Cassano con i sacerdoti a cui ha raccomandato di non cadere nella tentazione di essere semplici impiegati della Chiesa, ma veri missionari di Cristo. Ancora delle visite in alcune strutture locali di sofferenza fisica e poi la Santa Messa, da dove, Papa Francesco, prima di ritornare in Vaticano, benedice il popolo di Calabria e lo invita a seguire Cristo. Un grazie di cuore va a mons. Nunzio Galantino artefice di questo straordinario evento, che speriamo abbia lasciato nel cuore dei calabresi la forza di non arrendersi!


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