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Papa Francesco: “La corruzione è pagata dai poveri!”

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Papa Francesco: “La corruzione è pagata dai poveri!”


22 Giugno 2014

                                                                                                                                                                di Egidio Chiarella


Come sempre il Papa non finisce di stupirci. L’altra mattina nella sua omelia a Santa Marta ha parlato di come il peso della corruzione cade sulle spalle dei poveri, facendo riferimento ad un passo biblico del libro dei Re. In questo brano si parla della vigna di Nabot, trafugata dalla superbia del Re Acab, grazie alla falsa testimonianza ordita dalla moglie Gezabele. Una storia triste che ci presenta la prepotenza di un regnante che dovrebbe amministrare con la saggezza il suo popolo. In questo caso, complice la moglie, fa accusare il povero proprietario della vigna di famiglia, complici due sudditi bugiardi, consegnandolo alla morte. Subito, come se niente fosse accaduto, si impossessa del campo che non gli era stato venduto.

Riflettiamo assieme sulle dure, ma purtroppo attuali, parole del Santo Padre: "Sui giornali noi leggiamo tante volte: ah, è stato portato in tribunale quel politico che si è arricchito magicamente. E’ stato in tribunale, è stato portato in tribunale quel capo di azienda che magicamente si è arricchito, cioè sfruttando i suoi operai. Si parla troppo di un prelato che si è arricchito troppo e ha lasciato il suo dovere pastorale per curare il suo potere. Così i corrotti politici, i corrotti degli affari e i corrotti ecclesiastici. Dappertutto ce ne sono. E dobbiamo dire la verità: la corruzione è proprio il peccato a portata di mano, che ha quella persona che ha autorità sugli altri, sia economica, sia politica, sia ecclesiastica. Tutti siamo tentati di corruzione. E’ un peccato a portata di mano. Perché quando uno ha autorità si sente potente, si sente quasi Dio".

Papa Francesco richiama alla sobrietà tutti coloro che hanno autorità sugli altri e che approfittano di una posizione politica, economica, ecclesiale, professionale, per avere dei vantaggi in denaro. Il potente, purtroppo, pensa che tutto gli sia dovuto e che quindi possa sconfinare oltre le regole, arrivando, alcune volte, a rendere legge ciò che legge non potrebbe essere. Si pensi a norme, licenze e autorizzazioni che permettono deturpare gli equilibri naturali dell’uomo e della stesso ambiente o comunque a ciò che avvantaggia singole persone e categorie ben organizzate. Chi paga tutto questo? Per papa Francesco non ci sono dubbi: le persone più deboli, più povere!

Ecco il passaggio chiave della sua omelia: "La corruzione dei potenti finisce per essere pagata dai poveri, che per l’avidità degli altri finiscono senza ciò di cui avrebbero bisogno e diritto". Subito dopo indica la strada per uscire da questo vortice pericoloso, che sta distruggendo l’umanità e ampliando la platea delle persone sempre più povere e dimenticate: "L’unica strada per vincere il peccato della corruzione è il servizio agli altri che purifica il cuore". Il peccato commesso dai corrotti pesa dunque sulla popolazione indifesa. Un motivo in più per i cristiani ad essere attenti alle cose del mondo, nel servizio verso il prossimo, senza chiudersi in una torre d’avorio.

Chi corrompe ha sempre bisogno di un complice! È con il proprio comportamento leale e corretto e con una autentica partecipazione cristiana alla vita sociale, che si combatte la corruzione da parte del singolo. In tal modo non solo si contribuisce ad impedire al prepotente di continuare indisturbato il suo malefico cammino, ma nello stesso tempo si diventa, di più o di meno, costruttori di giustizia e di fratellanza nei confronti delle categorie fragili e bisognose. Soprattutto chi non ha problemi economici e sociali non può stare a guardare. Deve prendere parte ad una rivoluzione interiore, capace di costruire le nuove regole e i nuovi comportamenti, traendo la saggezza necessaria dalla sapienza della Parola. Visti i risultati e le ricette in campo, non conosco altre strade!

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