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Coraggio e Forza nello Spirito Santo

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 03/07-25/12/2017


Riflessioni Varie sulla Parola
Coraggio e Forza nello Spirito Santo  


Sul Vangelo di Giovanni (Gv 20, 19-23)

4 Giugno 2017

                                                                                                                           di Sac. Giuseppe Biamonte


Oggi la Chiesa celebra la Solennità della Pentecoste. Dopo cinquanta giorni dalla resurrezione di nostro Signore, ci viene inviato lo Spirito Santo.

Questo grandissimo dono viene offerto ai discepoli in un momento particolarmente difficile della loro vita. Nel cenacolo dove erano rinchiusi gli apostoli, il Signore si presenta in mezzo a loro. Quando il nostro cuore è disturbato da qualsiasi motivo, ognuno di noi vuole rimanere solo, chiuso in camera senza la voglia di vedere o parlare con nessuno. È quello che è capitato agli apostoli dopo la morte di Gesù. Avevano subito un forte trauma ed avevano paura degli altri, avevano paura dei giudei. In quella casa regnava la paura. La paura fa dividere e paralizza soprattutto nelle scelte e decisioni. Infatti, gli apostoli avevano scelto di sbarrare le porte della loro casa. Nel vangelo non si dice quante fossero le porte chiuse.

Io amo definire queste porte come i nostri cinque sensi. Gesù entra in questa stanza ben chiusa. Egli è L'unico a potervi entrare. Notate la bellissima parola che rivolge ai discepoli: pace a voi! Il Signore si accorge che noi abbiamo più bisogno degli altri di pace. Notate ancora un altro particolare: Gesù si colloca al centro della stanza. Il centro di questa stanza rappresenta il centro dei miei affetti, sentimenti, affari. Gesù deve occupare questo "centro" se vogliamo ricevere il Suo Spirito e avere pace.

Altra considerazione: Gesù, dopo che è entrato e ci ha augurato la pace ci mostra le sue ferite. Perché? Sembrerebbe un controsenso. Gesù ci mostra le sue ferite per farci vedere sotto una diversa luce i segni della sua passione. Il Signore è l'unico che ci insegna come non fermarsi a guardare in maniera chiusa le nostre ferite e, come Lui ha vinto il mondo. Che bella contrapposizione Gesù crea: alle porte chiuse del luogo in cui erano rinchiusi i discepoli, egli, contrappone le sue ferite aperte. La guarigione comincia già nel momento in cui prendiamo il coraggio  di mostrare le proprie piaghe, le proprie ferite al Signore.  Nel Sacramento della riconciliazione avviene tutto questo: noi mostriamo le nostre ferite al Signore e Lui  entra per portarci la pace.

«Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno» (Mt 28,7). Cristo ci precede sempre in Galilea. Ognuno di noi conosce la propria Galilea, dove Gesù ci esorta ad andare: un fratello, una sorella, un genitore, un parente o un paesano con cui abbiamo interrotto per vari motivi i rapporti. E’ propriamente in questa Galilea, dove il timore e la paura ci bloccano ad andare che inizia la nostra vera Pasqua, perché è solamente lì che Cristo si fa trovare Risorto per noi.

Gesù, questa pasqua, che segna la Tua vittoria sulla morte, sia per noi resurrezione e vita nuova, perché noi possiamo sempre esultare e gioire in Te.





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