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15 Luglio 2009

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Riflessione sul Vangelo del Giorno

15 Luglio 2009 - Mercoledì della XV Settimana

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 11,25-27)

In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».


Riflessione su Mt 11,25-27

di Sac. Tommaso Boca



La fede è un dono. All’inizio del passo biblico che abbiamo ascoltato, si dice che Dio nasconde ad alcuni, ai sapienti e agli intelligenti, e rivela ai piccoli, e alla fine del brano si dice che pure Gesù, il quale riceve tutto dal Padre, rivela a chi vuole.
La fede è risposta a Dio che parla, a Dio che offre la salvezza, oggettivamente meritata da Cristo con la su vita, morte e resurrezione.
Soggettivamente, poiché la chiamata alla salvezza è universale, il Signore offre questa salvezza, anche per vie che non conosciamo, a ogni uomo. Questi quando ascolta e riesce ad amare tutti e sempre, implicitamente diventa cristiano, appartiene ai cosiddetti cristiani anonimi.
Non basta essere sapienti e intelligenti, secondo il modo umano di intendere questi concetti, per entrare nella schiera dei salvati, bisogna essere piccoli.
I piccoli sono coloro che fanno esperienza dei propri limiti di forza e di comprendonio.
Gli Ebrei hanno fatto esperienza di Dio nella loro storia, hanno creduto in Dio perché lo hanno visto intervenire in modo onnipotente nei loro bisogni. Gli Ebrei, infatti, sono passati a credere a Dio, come Dio della creazione, attraverso il Dio della storia.
Riguardo al comprendonio, in teologia si afferma che ogni filosofo che voglia essere coerente, che ama la verità, certamente non può arrivare a percepire razionalmente la presenza di Dio, d’altra parte, però, non può negarne la possibile presenza. é in questa situazione di permanenza nella verità, di permanenza nella ricerca della verità, che Dio si fa incontro all’uomo e si fa incontrare da lui perché chi fa la verità viene alla luce (cfr. Gv 3,21), alla Verità con la lettera maiuscola, alla Verità che è la stessa persona del Cristo: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14,6b).
Abbiamo detto più sopra del cristiano anonimo che vive nell’amore sempre e verso tutti. Ma l’uomo, ha pure sete di Dio, di riposare in Lui, come dice Sant’Agostino, non soltanto di agire secondo una coscienza retta e veritiera.
é Il contenuto supremo della rivelazione che Dio vuole fare ai piccoli attraverso Gesù: conoscere il Gesù Dio Padre, dove il verbo conoscere, nella cultura ebraica, ha il significato di “essere in comunione di amore”.



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