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La sapienza si è costruita la sua casa …

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 05/07-27/12/2015


Riflessioni Varie sulla Parola
La sapienza si è costruita la sua casa …


Sul Vangelo di Giovanni (Gv 6,51-58)

16 Agosto 2015

                                                                                                                           di Sac. Giuseppe Biamonte


Siamo nella ventesima domenica del tempo ordinario e Gesù ci comunica la saggezza di Dio per costruire dentro di noi una dimora eterna.

Questa saggezza è nutrirsi del Pane Eucaristico per vivere in comunione con Dio e ricevere la vita senza fine.

La vera saggezza consiste nel procurarsi sempre questo Pane, non farlo mai mancare nella dispensa della nostra anima; aiutare i fratelli che non conoscono ancora questo pane, o che non si nutrono più di esso a desiderarlo e a ricercarlo.

Nel Vangelo, Gesù, ci invita insistentemente a nutrirci di Lui perché, ha cura di noi, vede i pericoli nascosti nella mancanza di vita e di gioia interiore quando siamo lontani da Lui.

Quando un figlio ammalato non mangia, i genitori si preoccupano di lui e insistono fortemente perché riprendi a mangiare per assumere le forze necessarie per vivere.

Allo stesso modo Gesù, si preoccupa della salute spirituale di ognuno di noi perché nessuno abbia a morire.

Gesù indica la Sua Carne come l’unica“strada”percorribile perché ogni uomo giunga alla vera felicità, alla salvezza. “Colui che mangia me vivrà per me”.

Egli ci comunica la stessa vita di Dio attraverso il Suo Corpo e il Suo Sangue.

Siamo eterni com’è eterno Dio, siamo immortali perché riceviamo il farmaco dell’immortalità: l’Eucarestia.

La rinascita personale e sociale, per noi cristiani, parte dall’Eucarestia.

Dall’Eucarestia, comunemente detta comunione, si sprigiona quella forza vitale che alimenta nella carità ogni relazione interpersonale e sociale.

E’ dentro la comunione nella Chiesa che siamo e ci sentiamo abbracciati dalla vita eterna di Dio perché comunicata da Cristo che ne è il Capo.

Si richiede in noi quella saggezza “eucaristica” che costruisce, che edifica e non distrugge le relazioni, la comunione e l’equilibrio comunitario.

Quella saggezza che adoperiamo per i nostri affari e interessi, tipica del buon padre di famiglia per non sciupare, sprecare ogni risorsa, va impiegata anche nell’ambito delle realtà spirituali.

E’ la saggezza di chi vive o si sforza di vivere continuamente unito a Cristo che costruisce in ogni luogo dove si trova, la casa, ossia il luogo dell’accoglienza, del dialogo, del riparo, della condivisione e dell’amore.
La saggezza è sinonimo d’intelligenza.

Occorre intelligere, leggere dentro le cose.

Saggezza non è andare dove e sempre ci porta il cuore, ma come dice San Paolo nella lettera agli Efesini: “È fare attenzione al proprio modo di vivere, comportandoci non da stolti, ma da saggi facendo buon uso del tempo”.

Ti confesso Signore che non sempre partecipo all’Eucarestia con la piena consapevolezza della preziosità del tuo dono. Non permettere che per superficialità e abitudine io riceva il pane della vita senza rendermi conto che è il Tuo corpo dato a me, il segno di un amore consumato fino alla fine e che offre alla mia vita la comunione con te, fonte di pace, di gioia e fondamento della mia risurrezione.


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