Vai ai contenuti

19 Luglio 2009

Religione > Sacra Scrittura > Meditazione della Parola > Riflessioni sul Vangelo del Giorno



Riflessione sul Vangelo del Giorno

19 Luglio 2009 - XVI Domenica del tempo Ordinario, Anno B

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)

In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.


Riflessione su Mc 6,30-34

di Sac. Tommaso Boca


Pastori, dal punto di vista cristiano, sono coloro che hanno il compito di guidare, di nutrire e di proteggere il popolo che viene loro affidato. Il pastore, come ogni cristiano ma a un livello superiore, riceve il triplice compito regale, sacerdotale e profetico. Gesù è il Signore, il sommo ed eterno Sacerdote, la stessa Parola di Dio, e noi cristiani, con peculiarità diverse, partecipiamo della sua vita.
La figura del pastore è già presente  nell’Antico Testamento e nel brano del libro del profeta Geremia (Ger 23,1-6), collegato al Vangelo di oggi, si legge appunto dei pastori. Si dice che essi non si comportano secondo il compito ricevuto e così, spiritualmente parlando, fanno perire e disperdono il popolo di Dio.
Il Signore ne prende atto e annuncia che farà nascere dalla stirpe di Davide un vero re, un vero pastore e inoltre  che egli stesso costituirà pastori secondo il suo cuore. E ciò che si realizza nel Nuovo Testamento con la venuta di Gesù Cristo e con la istituzione della Chiesa che passa attraverso il fondamento degli apostoli: di questo si tratta nel brano del Vangelo di oggi.
In questo brano, infatti, possiamo vedere l’atteggiamento di Gesù vero pastore nella sua compassione e nella sua opera instancabile di attenzione salvifica verso la folla, assetata di verità e senso della vita.
In questo stesso brano, si rileva ancora la realizzazione della profezia di Geremia riguardo alla costituzione di pastori, da parte di Dio stesso. Infatti, Gesù, che é Dio, opera nella formazione degli apostoli, che intanto lo aiutano nella sua missione e poi saranno, una volta fortificati e accompagnati dalla presenza dello Spirito Santo, i suoi continuatori nell’opera di salvezza soggettiva di tutti gli uomini, nella Chiesa.
Il raccontare quello che avevano fatto, da una parte esprime la necessità della  comunione degli apostoli con Gesù, perché ognuno di essi, prima di essere inviato è chiamato alla comunione con Cristo, dall’altra mostra l’azione educatrice di Cristo riguardo alle modalità di esercizio del loro apostolato. A conferma possiamo ricordare il passo evangelico in cui i discepoli si rallegrano con Gesù perché i demoni si erano a loro sottomessi ne suo: Gesù conferma questa sottomissione ma li  corregge quanto al rallegrarsi, da porre piuttosto che nei frutti del lavoro apostolico nel fatto di aver compiuto la volontà di Dio.
In ultimo, brevemente, riportiamo un’altra considerazione che scaturisce da questo brano evangelico. Le persone che non conoscono Dio e la sua guida, sono allo sbando, sono come pecore senza pastore: non ci sono altre salvezze,  “non vi è infatti altro nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati” (At 4,12b).

Illustrazione

di Francesca Orlando

da
Mc 6,30-34

Gesù, commosso, insegna
molte cose alla Folla

.

...
info@famigliasannicodemo.it
Torna ai contenuti