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"Tutta la città era davanti alla porta"

Religione > Sacra Scrittura > Riflessioni Varie sulla Parola > 06/01-28/06/2015


Riflessioni Varie sulla Parola


“Tutta la città era davanti alla porta”

Sul Vangelo di Marco (Mc 1,29-39)   

8 Febbraio 2015

                                                                                                                                                 di Sac. Giuseppe Biamonte


Oggi quinta domenica del tempo ordinario tutta la Chiesa è riunita davanti ad una porta quella del cuore di Cristo per bussare e chiedere di essere da Lui avvicinati, toccati, sollevati dalle proprie debolezze ed essere risanati.

Il dolore a volte bussa alla porta della nostra vita scombussolando la nostra esistenza, quella dei nostri cari, cambia o stravolge i nostri progetti, ci avvicina o ci allontana dalla fede in Dio.

Nella prima lettura tratta dal libro di Giobbe è presentata la figura di Giobbe, un uomo che attraverso la via oscura della sofferenza fisica, psicologica e spirituale, grida tutto il suo disappunto verso chi vorrebbe presentargli attraverso una logica propriamente umana la teoria della retribuzione secondo cui Dio punisce gli uomini peccatori servendosi della malattia, della sofferenza e della morte.

Giobbe continua ad amare e rispettare Dio senza ulteriori motivazioni, perché sa che la vita è come un soffio, e pertanto va vissuta fino in fondo, senza sciupare ogni attimo di eterno che c’è lasciato in dono.

Quanto è bella la frase che San Paolo Apostolo rivolge ai corinzi: ”Mi sono fatto debole con i deboli”, cioè mi sono messo sullo stesso piano dei peccatori, dei malati nel corpo e nello spirito, mi sono avvicinato a loro, per porgergli la mano, il Vangelo e così aiutarli a salvarli ad ogni costo.

E’ quello che ha fatto Gesù nel Vangelo di oggi: si è avvicinato ha teso la sua mano, ha rialzato e guarito chi giaceva nella sua debolezza.

L’evangelista Marco è molto preciso nel descrivere il suo modo accogliente, la delicatezza dei gesti, la finezza dei tratti con cui si relaziona con gli uomini. Una lunga processione di ammalati nel corpo e nello spirito gli passa davanti. Lui è la porta, verso la quale dirigerci per trovare pace e salvezza. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pascolo (Gv 10, 9).

Gesù, pregare dà valore alla mia vita e mi fa comprendere che la salute è un bene prezioso da non tenere solo per noi, ma da porre al servizio dei fratelli.


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